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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Milan: verità voluta, cercata e contestata

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  Verità. La differenza tra verità e menzogna non esiste. La verità pura e "vera" è quella richiesta, anzi pretesa, mentre la menzogna è la verità adattata alle circostanze. Il Milan ha cercato a lungo la verità nel caso Donnarumma, l'ha voluta, accarezzata, quasi raggiunta e poi è svanita, persa in una nube nera, che questa volta non accoglie il rosso. Perché qui non parliamo di bandiera, del semplice stendardo rossonero sventolato nelle notti di San Siro, ma l'unico colore, che si vede, è quello del caos. Quasi come in una casa di specchi, il riflesso, seppur distorto, è unico come un coro di voci che si unisce a testimoniare soggezione e imbarazzo. Per gli specchi però basta un raggio di sole, che riflette sul vetro e crea l'arcobaleno. Non credo invece che in questo caso un raggio di sole, potrà risanare quel poco di rapporto rimasto. La verità vera  qui sia per colpa di Donnarumma, di Raiola , (o di tutti e due), purtroppo è mancata. Con l'ombra di un po

Leicester, tra sogno e realtà, c'è la vittoria

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A Leicester  in questi giorni, oltre alla tanta pioggia, soffia anche un forte vento, carico e voglioso di sconvolgere la cittadina inglese. Ma qui non si parla solo di meteo. La vittoria della Fa Cup , un po' a sorpresa, contro l'inarrestabile Chealsea di Tuchel, ha riacceso i riflettori sulle Foxes, che ora tornano a sentire l'odore di vittoria di un trofeo dal 2016, con quella storica Premier League  di Claudio Ranieri. Il trofeo più antico d'Inghilterra per una squadra all'inizio sorprendente, ma che ormai non lo è più. Rimanendo fedele al suo soprannome in questi ultimi anni la squadra della cittadina distante 165 km da Londra,si è dimostrata furba come una volpe nello sfruttare le opportunità messe davanti dalla provvidenza. Nel Leicester però c'è stato certamente del cinismo, che è quello che la rende diversa perché reale, da tutte le altre favole che conosciamo.  Ricordando le altre favole, immaginiamo dunque se Biancaneve, gentile e dall'animo dolce

Roma divisa tra aspirazione e presunzione

 La presunzione è il dissenso verso l'ispirazione e la ferma convinzione, quasi come un dogma, di raggiungere non i propri sogni, ma i propri obiettivi. La Roma anche negli anni dei rapporti al veleno, quello più celebre Totti-Spalletti, ha sempre avuto l'ambizione, sempre con una fuorviante umiltà di vincere. Gli appassionati di calcio, ricorderanno ancora quel grandioso cammino che portò una delle due facce della Città Eterna, quella giallorossa, a giocare la semifinale di Champions contro i "Reds" nella stagione 2017-2018. Seguendo le orme di Edin Dzeko, autore di quell'indimenticabile gesto tecnico ai quarti di finale,  ricordiamo al "volo" quel glorioso passato. Esatto, al "volo", proprio come quel fantastico goal del bosniaco, nella casa dei Blues, lo Stamford Bridge, su assist altrettanto bello di Fazio. L'aspirazione dunque di entrare in punta di piedi, quasi in modo furtivo, tra le grandi e di lasciare un segno, una traccia del suo

Napoli, tra ipocrisia e ipocondria, c'è Gattuso

 Spesso nel corso di un ciclo o semplicemente di un percorso della vita ci si ritrova quasi inspiegabilmente a "saltellare" nello spazio che divide ipocrisia e ipocondria, quasi quindi in una posizione neutrale. Il Napoli infatti, ormai da diverso tempo, si trova in questa situazione. L'ipocrisia di elogiare un allenatore per i passi in avanti fatti e la capacità di nasconderla con un'insensata ipocondria, è lo stile che ha caratterizzato i partenopei in questa stagione. Il piano Ancellotti non ha mai funzionato come un orologio svizzero con un secondo posto distante 20 pt dalla capolista e per di più senza l'Inter ancora a mettere i bastoni fra le ruote. L'allenatore calabrese ha preso posizione nello spogliatoio in rivolta e con il suo solito temperamento ha rimesso in careggiata i campani, portandoli alla conquista della Coppa Italia nella passata stagione. La tempesta sembra passata, ma ora stento a pensare che Gattuso non meriti la riconferma. Rapporti fr

Allegri per risollevare, Conte per confermare

Attraverso lo sguardo di un uomo si colgono tante sfumature di un individuo, quello che ha ottenuto e quello che ha perso. Lo sguardo di un uomo sa di passato, sa di un bicchiere di vino in una locanda di periferia, l'odore dell'erba, che si perde alla vista del fango,  un uomo che dovrà sporcarsi le mani. E' bello leggere nello sguardo di un uomo il futuro, come la previsione di una veggente che sa di non sbagliare. In questi ultimi giorni, anzi per meglio dire settimane, lo sguardo di Pirlo era quello di un uomo che conosceva il suo passato e che molto probabilmente sapeva già il suo futuro, quasi perso in un bicchier di vino. Uno sguardo ovviamente molto diverso quello di Conte, un professionista che sa di aver vinto e quindi si toglie lentamente, con calma, senza destare sospetto, qualche sassolino dalla scarpa. Come su un campo da battaglia, l'allenatore salentino si muove lentamente, senza far rumore, aspettando l'arrivo del nemico da affrontare per ribadire l