Fiorentina persa tra boutique e sale da ballo
Quando ci si allontana da una realtà o dimensione indesiderata, si vuole fuggire da un qualcosa che inspiegabilmente ci rende vulnerabili, ma che allo stesso tempo ci attrae come un centro di gravità permanente, lì è il vero sentimento, un po' dispotico, che prende vita. Allora con calma senza frenesia, tanto la melodia viene da sola, ci si siede su uno sgabello e ci si arrende alla predisposizione innata delle dita a scivolare tra i tasti di un pianoforte ottocentesco. Di cose in questi anni i fiorentini si sono lasciati scivolare parecchie e non sono di certo le dita. Investimenti isolati che non hanno portato alcun frutto a lungo termine, illusioni incompiute e irre parabili che hanno lasciato nell'aria una scia di positività che sembra ormai svanita. L'abito non fa il monaco, credo che ormai si sia capito. Quell'abito viola di tessuto francese indossato dal presidente Rocco Commisso che fu cucito da un irrefrenabile entusiasmo , forte di una miriade di luci che lo